Ho giocato con la parola reportage spezzandola in due. Ne è nata una storia, una relazione sull'età e sull'età delle relazioni, dove la protagonista non dimentica nulla del passato e dei suoi affetti nonostante il tempo scorra, rendendola reduce. Il racconto di un cammino che inizia a briglie sciolte e nel tempo muta in doveri e consuetudini. Ciò che è stato, è. Sopravvive con dignità, lasciando intravedere un presente imperfetto, come un ritratto su tela stropicciata. E la rossa ribellione, indossata con rispetto, da cui traspare la possibilità di una via di fuga. Quando la protagonista riuscirà ad evadere dal quadro, lo farà con fragore, fuggendo lontano dagli stereotipi, dal museo che spesso ci vede appesi come opere diffuse, abusate e abbandonate. La rivoluzione si farà, partendo  da dentro. Quando il rapporto sull'età saprà rivelare anche la rabbia. Rompere gli schemi, spezzare le cornici, liberarci dalle reliquie.

REPORT(R)AGE