Metropoli-Tana
E DOPO? (LA FORZA DELLA GRAVITÀ)
Sono cresciuto in una famiglia cristiano-cattolica. Praticante, partecipante e partecipata. Sono stato educato a credere davvero che fuori da qui, di là, esista una terra misericordiosa. A cinque anni (andavo per i sei si suol dire in romagna), i pomeriggi estivi prima delle 16,30 erano i più noiosi data l’attesa per il “liberi tutti”. L’orario coincideva con la fine dall’armistizio pomeridiano e finalmente si poteva far fuoco.
Il bambino vecchio che mi ha sempre abitato, per ingannare le ore secolari, rompeva il silenzio di casa con domande voraci rivolte a mia madre, di professione casalinga. Una fede, fuori e dentro. Mentre inamidava chilometri di camicie azzurre con il suo ferro da stiro rovente, per chi non si accontenta (evito le licenze pubblicitarie), arrestava la sua corsa sulla manica destra, schiariva la voce e consapevolmente esordiva:
“…Non ci saranno corpi, non ci saranno volti, regnerà la pace, la luce … ci riconosceremo e vivremo in eterno, non avremo età e sarà per sempre. Nessuna questione di tempo e spazio…so che è difficile immaginarlo, ma tutto quello di cui avremo bisogno sarà solo l’amore”.
Decenni dopo, mi ritrovo di tanto in tanto a ripetermi la domanda e una personale idea me la sono fatta.
Credo che questo passatempo chiamato vivere, sia un embrione che si nutre di esperienze. Aumenterà di spessore sino a rompere il guscio.
E mentre il tempo passa davvero, se devo proprio immaginarmelo il Paradiso (urrà sono riuscito a dirlo), lo disegnerei esattamente come il mondo che ho vissuto nei momenti più spensierati e puri della mia vita.
Abbozzerei una strada e su di essa quel bambino vecchio in sella alla sua bici da cross. Lei, col cambio centrale sul cannone e le forcelle ammortizzate anteriori, un missile proiettato verso il sole, impassibile alle cadute.
Con i gessi sull’asfalto scriverei la nostra storia, che se anche piove e qualcosa si cancella, quello che sento mi è consentito annotarlo di nuovo. Forse meglio, sempre meglio.
Proverei a dipingere la potenza della vita di cui ho capito il significato quando sono diventando padre e quando un padre l’ho perso.
Mi sia lieve il “dopo”, nell'ipotesi più tarda, che al momento sono troppo impegnato dalla gravità della terra.