POOR-TRAITS
IL G.RAN P.REMIO DI ENRICO
E chissà cosa gira in quel momento nel circuito. A che folle velocità corre la nostra mente senza limiti. Quanto è forte ed immenso il dolore quando si tenta di frenare e non ce la si fa. Quando la strada si fa stretta stretta per la rapidità di crociera e si pensa che l’unica via d’uscita sia volare...altrove, perché nessuno può capire. No, nessuno può capire il dolore di un vuoto dentro o di un cuore colmo pronto a scoppiare....Proprio in quel momento avresti bisogno di una carezza sulla fronte, che ti può salvare. Ma il desiderio, quello di sparire, è un motore silente. Codardo. Non si fa tracciare. Ci vorrebbe un angelo, che lui sa planare. Che può ricordarti il valore ed il lusso di restare. Qui, con i piedi a terra. Che puoi mollare, puoi dire: “aiuto!”.
Che il meccanismo ed i suoi ingranaggi si possono aggiustare. Che occorre a volte trattarsi bene, con meno austerità, c’è n’è già troppa nel giudizio altrui e tu, solo tu sai il tuo valore. Che decidere di partire anzitempo, spesso non è la scelta migliore. Una scelta verso la quale si deve aver rispetto, con il rimpianto di non aver fatto per te, tutto il possibile per non farti andare. E tutto il possibile non sono le grandi cose. Ma quelle piccole-piccole, che sommate diventano grandi-grandi. Quelle che poi assomigliano a carezze sul cuore. Sono le cose vere. Che importa se ci si conosceva a malapena. Importa il “fare”. E forse ognuno di noi non fa mai abbastanza per gli altri. Già gli altri. Termine generico per indicare un infinito mare di sensibilità ognuna con la propria profondità, la propria spuma, il proprio spessore. Ciao pilota sorridente e coraggioso, conta poco ora, ma una carezza te la faccio anch’io, spalla-cuore.
Ti sia lieve non solo la terra, che il cielo da qui pesa già tantissimo.
Per E. 💔 da Luca.