Volevo fare il portiere. Anno 1988. Via Cantimori. Periferia Cesenate. Ponte Pietra. Stone Bridge per le anime rock. Ritorno sul pezzo. Volevo fare il portiere. Il nostro stadio, il campo in fondo alla via. La porta da difendere, due pini fruttuosi. Claudio me le tirava pese. Io le paravo. Incredibilmente il bambino obeso che ero, volava. Le paravo tutte, o quasi. Le gambe rosso sangue, la gola arsa. Ma volavo, come un elefante alato, volavo. Punto. Sono passati secoli e mentre Claudio probabilmente si è fatto una vita, io ho perso qualche chilo e sono invecchiato. Ma continuo a pararle. Per quanto il destino continui a tirarle dure, io ci provo. La vita le calcia ad effetto le punizioni, che manco il Pirlo dei tempi migliori le incrociava così. Qualche volta il gol ci scappa. Ci sta. Quello che conta alla fine, è la squadra. Non si è mai soli. Neanche con sé stessi. Continuo a parare. Continuo a volare. Resisto e proteggo la porta, il risultato finale.