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Poor-Traits

GITA FUORI PORTA

POOR-TRAITS

GITA FUORI PORTA

Il mio primo contatto con il calcio è custodito nei ricordi. I miei anni si contavano sulle dita di una sola mano. La stessa che sudata attendeva ansiosa i piccoli tesori che quel pirata-eroe di mio padre con(ac)quistava dall’ edicolante la sera, dopo il lavoro (con mia madre finta ignara e quindi complice del nostro segreto). A volte 5, altre 10 pacchi di figurine Panini, subito motivo di condivisione con il “malvivente” citato prima (solo ora so di essere stato un privilegiato rispetto al bottino quotidiano dei miei coetanei). Un momento bellissimo. Ancora vivo il profumo della colla e la superficie liscia dei super campioni. Zoff. Platini. Cose dell’altro mondo. Io & Te, una lampada da tavolo, la scrivania. E le tue storie emozionanti di quando hai visto il tuo Bologna vincere lo scudetto a Roma, mentre indossavi la divisa da Carabiniere. Poi black out sino a qualche anno fa, quando ho contratto un debito perpetuo con questa curva. Appese uno striscione talmente lungo da infilarsi in gola e poi in cuore appena nostro nipote partì : “Non è un addio ma un arrivederci, ciao Franci”. Poi ancora io & te, infine solo io. Questa curva e questo sport ci accomuna più di qualsiasi altra cosa. E l’ho fatto di nuovo. Ci sono tornato. E mi è sembrato di sentire la tua mano ferma sulle mie ad aiutarmi nell’inquadratura mentre scattavo. Perché una figurina si sa, “si deve attaccare dritta”. Dritta al costato.

Copyright 2020 - Luca Giuliani